Burraco, addio allo svago di solidarietà.
Quei tavoli verdi che hanno unito l’utile al dilettevole.

News 08 nov 2020

Certo, non è un’emergenza prioritaria, ma qualche considerazione la merita anche quell’esercito di over 60 che in poco tempo ha dovuto accantonare il gioco del burraco, con tutto quello che ne consegue. “ Sì, eravamo in tantissimi anche in Umbria, con tornei che crescevano anno dopo anno - assicura Rossana Battistella, già docente universitaria perugina che aveva saputo coniugare socializzazione e beneficenza-.
Assieme a Gabriella Taddei abbiamo organizzato decine di eventi di svago con la finalità di raccogliere fondi per l’associazione Amici della Radioterapia oncologica di Perugia, con risultati gratificanti”. Il Covid ha dato una mazzata tremenda al desiderio di qualche ora di spensieratezza, di ritrovare amici con la stessa passione, in una parola di vivere buone sensazioni.

“Da quando è scattato l’allarme della pandemia, abbiamo dovuto dire stop ai tornei e alle cene di beneficienza a favori della ARONC - dice Valeria Morlunghi, che si occupa della segreteria dell’associazione voluta dalla professoressa Cynthia Aristei - proprio per limitare la diffusione del virus, perché già nello scambio delle carte da parte dei giocatori c’é un rischio altissimo e così anche i più assidui hanno dovuto arrendersi”.
Le statistiche riferiscono che è decisamente più alto il numero di donne appassionate di burraco, oltre il 70%, ma la passione si stava diffondendo anche tra gli uomini, con un’età media che si abbassava a conferma che quell’esercito meritava di essere preso in considerazione, nonostante non avesse istanze da avanzare a chicchessia.

“ Ci sentivamo utili per noi e per la società - sottolinea Battistella. Dopo tanti anni di lavoro avevo trovato che il burraco alzava il livello di stare tra la gente, di spensieratezza, tanto è vero che cresceva il desiderio di partecipare anche a tornei in città fuori regione. A Perugia ci hanno aperto le porte in diversi, ristoratori che hanno offerto gratuitamente le sale che hanno accolto anche 40 tavoli con quattro giocatoti ciascuno. Per ogni torneo veniva comunicata l’obbiettivo della raccolta fondi: in 7 anni abbiamo messo assieme somme importanti, utilizzate per finanziare borse di studio per giovani medici e rendere più confortante la sala d’attesa della radioterapia.

Sono tra i fondatori dell’associazione e tutti noi componenti del direttivo, con il presidente Manlio Bartolini in testa, siamo fortemente preoccupati, perché i tornei di burraco erano una vera risorsa e trovare altre forme di finanziamento non è facile”. Tutto si è maledettamente complicato, non solo la raccolta fondi, ma anche la presenza dei volontari nei reparti, utile nel supportare l’attività del personale sanitario.

“Nonostante ogni giorno la diffusione del Covid cresca in maniera esponenziale, dobbiamo trovare qualche spiraglio di speranza - si fa coraggio Valeria Morlunghi-, il burraco può aspettare, ma non i malati di cancro che hanno bisogno di cure salvavita”.
Il Covid ha fatto saltare il banco, ma non la volontà di proseguire il percorso assistenziale. “Durante la prima fase della pandemia, la nostra struttura ha sempre lavorato, senza alcuna interruzione, con le stesse prestazioni del 2019 - assicura la prof. Aristei-. Stiamo proseguendo con gli stessi ritmi, con un personale eccellente, medici, tecnici e infermieri che non si risparmiano”. Il Covid si combatte anche così.

di Mario Mariano.

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